Sì, ve lo avevo detto nelle note su questo blog e pure in due recenti interviste, una su Affari Italiani e l’altra su Il Sole 24Ore… il Bitcoin è in continua crescita perché più si scopre che è utile e più tale prima criptomoneta si apprezza. E oggi Bitcoin va oltre i 10.000 $!
Negli ultimi 6 anni il Bitcoin è cresciuto da 1 $ a oltre mille dollari, e si ha ragione di credere che tra dieci anni varrà mille volte ciò che è oggi. Ma solo in quest’anno 2017 si sono create le condizioni per portare in modo dirompente l’attenzione della cittadinanza mondiale sulla Blockchain e sulle criptovalute.
Pensiamo al fenomeno delle ICO (Initial Coin Offer), sorta di crowd funding decentralizzato che con cui un’impresa raccoglie finanziamenti per nuove criptovalute, in genere sotto forma di Ethereum, il fratello minore del Bitcoin, assegnando in contropartita agli investitori una data quantità di token. Tali token danno il diritto a dividendi e sono scambiabili come le criptovalute. A causa dei rendimenti elevatissimi ottenuti da molte ICO si sono creati fondi di investimento con una capitalizzazione che ha superato i 200 miliardi di dollari. Si tratta di un fenomeno che cambierà a breve l’intero ecosistema finanziario mondiale.
Vi ho già detto che si può parlare di oro digitale perché il Bitcoin ora è una cryptocommodity più che una cryptocurrency, è cioè un bene scarso in ambito digitale come nulla è stato prima, può essere trasferito ma non duplicato, mima insomma la politica monetaria dell’oro: ci basti pensare che il numero dei Bitcoin algoritmicamente possibile è limitato a 21 milioni e che tale cifra verrà raggiunta nell’anno 2140, con un processo di estrazione, da parte dei miners, sempre più lento.
Essendo un asset scritturale e digitale, perché esiste solo come transazione validata, il Bitcoin è il principale candidato ad essere la “moneta” dell’economia dell’informazione.
La conseguenza è la realizzazione del sogno libertario del premio per l’economia Friedrich von Hayek: competizione di mercato tra monete con corso legale e monete private. Il regime di libera concorrenza fra monete rispetto all’attuale gestione statale si sta realizzando di fatto con il nuovo mondo destabilizzante, dirompente e affascinante delle criptovalute.
Uno scenario insomma di monete digitali di seconda generazione, garantite da Bitcoin come asset di riserva, come il dollaro statunitense prima del 1972, quando segnava lo standard aureo delle valute nazionali ed era convertibile in oro. Ci saranno allora algoritmi che svolgeranno i compiti delle attuali banche centrali, gestendo monete garantite da riserve in Bitcoin e sempre convertibili in Bitcoin.
Nelle due interviste parlo anche della tecnologia Blockchain, intimamente connessa al Bitcoin ma capace di gestire applicazioni non monetarie. Ci sarebbe ancora molto da dire circa la privatezza e la sicurezza informatica, ma per ora è importante comprendere che stiamo vivendo una rivoluzione digitale – in questa era di ripensamento di dogmi e verità indiscutibili in economia, finanza, politica e religione – paragonabile a quella avvenuta con la stessa Internet negli anni 90 del secolo scorso. In questo mio blog cercherò di informarvi, prima di quanto possa farlo l’informazione ufficiale gestita dalle banche e dai poteri forti, sulle applicazioni di domani.
Ad majora! Vostro,
avv. Giovanni Bonomo 29 novembre 2017