Verso l’Internet of Everything. Sembra quindi già possibile parlare di Internet of Everything, perché si riuscirà a connettere tutto ciò che esiste: dispositivi, persone, processi, dati.
Ecco perché diventa sempre più importante difendere la nostra identità digitale, che si manifesta nei nostri profili sui social network ed è la sola a renderci visibili, presenti e vigili nell’attuale società dell’informazione globale.
Nelle mie videonote su mode e modi della comunicazione per prepararci ai cambiamenti del terzo millennio vi ho detto che le cose parlano, si scambiano informazioni tra loro e comunicano con noi grazie a Internet: dal più comune PC al termostato di casa, dal televisore all’automobile, gli oggetti vanno in rete e interagiscono con la nostra vita quotidiana. L’universo degli oggetti connessi è ancora uno dei temi più caldi.
Certamente ad avere spinto l’esplosione dell’Internet delle Cose sono stati soprattutto gli smartphone e la comunicazione in mobilità, ma la rete mobile è solo una delle diverse piattaforme di telecomunicazione che domani assicureranno il successo dell’Internet of Things. Pensate alla valigia smart connessa, capace di comunicare la sua geolocalizzazione e, se smarrita, di bloccarsi da remoto: già reperibile in Internet tale oggetto non è poi così distante dal frigorifero che farà da solo la spesa online per le provviste che servono.
L’Internet of Things è ormai pronta a diventare uno degli elementi chiave della connettività del futuro: questo ci fa ben sperare in un mondo sempre più digitale che facilita le relazioni all’interno delle aziende, tra le imprese e tra i cittadini . Certamente non si tratta qui di mode della comunicazione, ma di modi, cioè di come la comunicazione si sviluppa in modalità ineluttabilmente digitale.
Le principali società di analisi e ricerche di mercato stimano che il settore dell’Internet delle cose e il numero degli oggetti connessi – oltre ai PC, smartphone e tablets – è destinato a una crescita di 25 miliardi di oggetti connessi nel 2020. Così come anche il mercato di soluzioni legate all’IoT crescerà di parecchi miliardi. E non servirà più che i dispositivi abbiano una SIM card al loro interno, basta una scheda di Rete e un indirizzo IP: così un dispositivo sarà in grado di comunicare con tutti gli altri collegati alla stessa Rete.
L’impatto dell’Internet of Things sulle compagnie di telecomunicazioni sarà simile a quello che anni fa era stato l’arrivo e la diffusione capillare degli smartphone. In quel caso, operatori e produttori di telefoni hanno iniziato a collaborare assieme per creare nuovi standard di comunicazione (dal 3G al 4G) capaci di gestire al meglio un traffico dati in continua crescita. Ora sta succedendo la stessa cosa con l’IoT.
Si stanno gettando le basi di quella che viene chiamata l’Embedded SIM Specification, con l’obiettivo cioè di liberare gli oggetti da SIM pre-installate e legate a singoli operatori telefonici, permettendo la connettività a una specifica Rete anche nel caso ci si sposti da uno Stato all’altro.
Non ci sarà più bisogno, se ci si trova all’estero, di andare in un negozio dell’operatore telefonico locale per acquistare una SIM e installarla nel proprio smartphone. Tutto avverrà da remoto e in automatico, anche per un dispositivo acquistato in Cina e poi utilizzato in Italia. La comunicazione da mobile a mobile userà la rete mobile all’estero e il Wi-Fi locale dove sarà reperibile, allacciandosi in modo automatico e per noi più conveniente, alternandosi cioè da una rete all’altra.
Dovranno sparire a poco a poco le barriere tecnologiche, con la definizione di standard condivisi, barriere che ancora resistono a causa della privative industriali: persone e macchine interagiranno con un sistema centralizzato che garantirà la connettività e l’accesso mondiale alla Rete.
Sembra quindi già possibile parlare di Internet of Everything, perché si riuscirà a connettere tutto ciò che esiste: dispositivi, persone, processi, dati. Ecco perché diventa sempre più importante difendere la nostra identità digitale, che si manifesta nei nostri profili sui social network ed è la sola a renderci visibili, presenti e vigili nell’attuale società dell’informazione globale [1].
Sebbene l’Italia non brilli per lo sviluppo e l’innovazione, le buone intenzioni ci sono ed è già in atto la trasformazione digitale delle piccole medie imprese. Non ci resta che sperare quindi che anche le aziende italiane si allineino, anche se con qualche ritardo, alla digitalizzazione e al cambiamento mondiale in atto.
L’importante è capire adesso che qualsiasi azienda che decida oggi di non entrare in questa svolta epocale, rischia di essere tagliata fuori dal mercato e di non partecipare allo sviluppo inesorabile di questo già attuale scenario tecnologico di connettività globale. Quale sarà il passo successivo rispetto all’Internet delle Cose? Ebbene, il passo successivo sarà l’Intelligenza Artificiale.
Una forma embrionale di Intelligenza Artificiale sarà l’automobile che prende decisioni sulla base di informazioni ricevute o di situazioni che si stanno verificando in tempo reale, e già ci stiamo arrivando. Ma vorrei dirvi molto di più, perché l’Internet of Everything è un concetto che matura nel tempo, e arriverò a voi con altri miei interventi.
avv. Giovanni Bonomo
[1] http://alchimista1.blogspot.it/2015/08/la-nostra-identita-digitale-nellattuale.html