I nuovi modelli di sharing economy per lavorare di meno e guadagnare di più
Il mondo sta cambiando e noi dobbiamo cogliere le straordinarie possibilità che ci danno le nuove tecnologie e i nuovi modelli di imprenditoria sociale.
Ancora oggi i dati in Italia diffusi sulla disoccupazione, soprattutto giovanile, sono preoccupanti. Siamo ancora nella crisi sociale iniziata con il fallimento della Lehman Brothers del settembre 2008 ingigantitasi poi in una crisi economico-finanziaria globale. Ci troviamo anzi in una crisi di civiltà, la crisi della civiltà occidentale, che si manifesta in deprecabili atti di terrorismo. Siamo solo all’inizio, se non prendiamo provvedimenti la situazione peggiorerà nei prossimi mesi e anni.
Anche per questo, al di là interessi miei personali, ho creato questo blog, mentre gli italiani sono sempre più scoraggiati, il governo, i partiti, i sindacati non offrono nessuna risposta e sono incapaci di agire. Sembra che il modello economico e di sviluppo fondato sulla crescita incontrollata della ricchezza di pochi volga ad un inesorabile declino. Ma questo è anche un segnale che è il “lavoro” a dover essere completamente ripensato.
Avevo indicato in alcune note e articoli il percorso salvifico per una nuova economia, basata sulla condivisione, alla base del mio Centro Culturale Candide, che si ponga al servizio delle persone e dei popoli. Avevo detto anche dell’importanza di avere, nell’attuale società dell’informazione globale, una nostra identità digitale, che sia operativa e funzionale ai nuovi modelli di social economy.
Vi ho parlato, nelle videonote su IoT Internet of Things, Internet delle cose, del ruolo della Rete quale infrastruttura intelligente per gestire, da parte di persone e aziende, miliardi di dispositivi interconnessi e vi ho spiegato l’evoluzione, in atto, di IoE, Internet of Everything, perchè saranno connessi insieme persone, oggetti e dati. Siamo solo agli inizi di un sistema destinato a cambiare radicalmente il modo di comunicare, di lavorare e di guadagnare.
L’economia sociale viene detta anche sharing economy perché si fonda sulla condivisione di risorse umane e materiali, così come la cultura si basa sulla condivisione del sapere. E’ un ecosistema socio-economico produttivo che si sta affacciando nel terzo millennio per un’ autentica rivoluzione culturale ed economica.
Tale rivoluzione riguarda la produzione, la distribuzione, il commercio e il consumo di beni e servizi da parte di imprese e persone su un piano paritario di condivisione dei profitti, un nuovo sistema socio-economico che fa della collaborazione e della trasparenza i suoi punti forti. Il nostro legislatore sta già intervenendo in aderenza agli indirizzi dell’UE in tema di imprenditoria sociale, per porre le basi normative a questo nuovo sistema, basti pensare alla recente regolamentazione dell’Equity Crowdfunding perle piccole e medie imprese.
Ora, a dispetto di quanto si riteneva in passato, possiamo dire che l’obiettivo è di guadagnare di più, non di lavorare di più. Un obiettivo che può essere raggiunto da tutti con i nuovi modelli di sharing economy. Eppure viviamo ancora in un mondo dove milioni di lavoratori lavorano sempre di più, troppo, impazziscono, si suicidano, e altri milioni di persone invece non lavorano affatto.
Lavorare di meno è guadagnare di più è una delle misure per risolvere per sempre la disoccupazione, tra le quali è anche l’informatizzazione, la ridistribuzione e la riconversione ecologica.
A fronte della concorrenza cinese da una parte e dell’aberrante TTIP Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti dall’altra, dobbiamo essere “protezionisti” in modo intelligente, attuare cioè un protezionismo sociale che permetta a tutti di lavorare, un protezionismo ecologico, per salvare il pianeta, un protezionismo fiscale, un protezionismo anche di risparmio. Dobbiamo proteggere i deboli, il popolo! Non i predatori, non gli speculatori, non i finanzieri, non le banche, ma il popolo italiano e i suoi imprenditori!
La crisi può essere il momento di opportunità per portare avanti progetti innovativi. La cosa importante è avere un orizzonte di senso e l’orizzonte di senso deve essere scendere dalla giostra delle elite finanziarie e dei nuovi feudatari della finanzia mondiale che ci vuole tenere schiavi anche nel modo di pensare.
avv. Giovanni Bonomo